giovedì 26 luglio 2012

La cricca ci riprova (parte 1 di 3)

Diffusa ieri la notizia dalla rivista Armi e Tiro, da stamattina è disponibile ufficialmente il testo dell'emendamento inserito nella conversione in legge del DL 95/2012 relativo alla revisione della spesa pubblica (anche nota come "spending review"). Il testo ufficiale è formalmente differente da quello pubblicato da Armi e Tiro, ma il contenuto è negli effetti praticamente identico:

Emendamento 12.1000, presentato dal governo
"Dopo il comma 90, sono aggiunti i seguenti:
"90-bis. A seguito della recente soppressione del Catalogo nazionale delle armi, il Banco Nazionale di prova di cui all'articolo 11, secondo comma, della legge 18 aprile 1975, n. 110, verifica, altresì, la qualità di arma comune da sparo, compresa quella destinata all'uso sportivo, ai sensi della vigente normativa, anche in relazione alla dichiarazione del possesso di tale qualità resa dall'interessato, contenente anche la categoria di appartenenza dell'arma di cui alla normativa comunitaria."."

Un emendamento dagli effetti apparentemente rassicuranti, ma sarà effettivamente così? Facciamogli le pulci.

lunedì 23 luglio 2012

Vittoria animalista, chiuso il "canile-lager"... della Brambilla!

AVVISO PER GLI EVENTUALI LETTORI

Visto che, dopo poche ore dalla diffusione di questa notizia, già tira aria di querele, precisiamo che quanto scritto sotto si tratta di racconti di pura fantasia, senza alcun riscontro con la realtà, e che ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è da considerarsi puramente casuale. Quindi se volete leggete, ma assolutamente non credeteci, poiché è tutto falso!



L'ex- ministro Michela Vittoria Brambilla
Proprio pochi giorni indietro commentavamo le dichiarazioni scandalistiche dell'on. Michela Vittoria Brambilla, la quale accusava i cacciatori di rubare soldi allo Stato per i loro barbari passatempi. Non ci siamo fatti mancare di dimostrare la falsità di tali accuse e per fortuna numerosi parlamentari del PDL si sono dissociati dalle sue dichiarazioni basate su presupposti non reali.

Ebbene stamattina la Brambilla è tornata agli onori della cronaca, ma stavolta in una situazione più imbarazzante. Diverse testate hanno oggi pubblicato la notizia secondo cui il canile gestito proprio dall'animalista (ahinoi!) più famosa d'Italia sarebbe stato chiuso in quanto fatiscente ed inadeguato. Si tratta del canile di Lecco, canile che la Brambilla, tramite società da lei controllate, ha avuto in affidamento dal Comune di Lecco fin dal 2002.

Anche sulle modalità dell'affidamento ci sarebbe molto da approfondire: la gestione della struttura fu affidata dal Comune senza nessuna gara alla LIDA, società animalista (o meglio animalara) gestita dalla Brambilla e dal suo compagno/marito/quel che è. E la cosa non era fattibile in questa maniera, dato che l'importo dell'affidamento risulta essere 

domenica 22 luglio 2012

"Vuoto normativo", la celebrità del momento

E' dal novembre scorso, ovvero dalla notizia dell'eliminazione del catalogo, che si ciarla tanto a proposito di un famigerato "vuoto normativo" che tale abolizione avrebbe causato. Come si può vedere dalle terroristiche dichiarazioni iniziali rilasciate in particolare dai senatori Scanu e Della Seta (entrambi PD), dai rappresentanti delle associazioni disarmistiche e perfino dai rappresentanti sindacali dei funzionari di polizia, successivamente riprese e diffuse vergognosamente senza alcuna verifica da tutti gli organi di stampa, le preoccupazioni iniziali erano di un tipo ben definito: a dir loro l'abolizione del catalogo non avrebbe consentito di distinguere le armi comuni dalle armi da guerra e ci sarebbe stata una liberalizzazione delle seconde. Taluni addirittura paventavano una liberalizzazione totale o, confondendo il catalogo coi registri della P.S., annunciavano la perdita del controllo sulle armi in circolazione. Alcuni ancora più maliziosamente vollero perfino correlare alcuni spiacevoli fatti di cronaca all'abolizione del catalogo, addirittura prima che esso fosse effettivamente abolito. Stomachevole.

E nulla di tutto quello che si era detto in proposito era vero. Personalmente, e con le più ampie argomentazioni, chi scrive si era  allora prodigato assieme ad altri al fine di ristabilire la Verità che era stata a dir poco violentata dalle dichiarazioni dei suddetti e da chi le ha diffuse senza verificarne l'esattezza. Probabilmente

giovedì 19 luglio 2012

Due parole sul comunicato ANPAM (e sul BNP)

Come immaginabile, la soppressione dell'art. 1 del DL 79/2012 riporterà la situazione, nel caso in cui il decreto venisse convertito così, a come era fino a giugno. Ovvero molto più snella per produttori ed importatori, nonché per i singoli armigeri che volessero importare armi privatamente, specie se si tratta di armi con un certo valore storico. Eppure, è cosa strana, proprio la principale associazione di produttori non è apparsa molto felice di ciò, tutt'altro. Leggiamo di seguito il testo del comunicato diffuso dall'ANPAM la mattina stessa in cui è stato soppresso l'art. 1 del decreto:

Il Senato della Repubblica ha soppresso tutte le norme che riguardavano il settore delle armi per il mercato civile nel decreto-legge 20 giugno 2012 n. 79, impedendo così che venissero attuate alcune disposizioni problematiche per il settore.
Tuttavia l'Associazione nazionale produttori armi e munizioni sportive e civili (Anpam – Confindustria) esprime viva preoccupazione per la mancata attribuzione al Banco nazionale di prova di Gardone Val Trompia della sua naturale funzione

DL 79/2012, sintesi di un (quasi) fallimento ministeriale

Dopo qualche giorno di interruzione forzata, purtroppo coincidente proprio con le novità più importanti che si sono succedute, vogliamo fare una sintesi di come il DL 79/2012 sia stato smantellato nella parte relativa alle armi, evidenziando i rischi che abbiamo corso e le personalità che più si sono contraddistinte, nel bene e nel male.

Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta il 20 giugno ed è tuttora in vigore col testo originario e tale la situazione rimarrà fino alla definitiva conversione in legge, sperando che l'art. 1 rimanga abrogato.
Già dalla prima discussione alla I commissione affari costituzionali del Senato le cose sembrano volgere in peggio: la sen. Incostante (PD) propone di emendare il decreto inserendovi le norme contenute nel ddl della sen. Adamo (PD), la quale ovviamente subito appoggia la proposta.
Comincia un periodo di incertezze, purtroppo manipolato da alcuni per creare terrore tra gli armigeri e sfruttare la situazione a proprio vantaggio. La proposta della Incostante come era prevedibile non ha alcun seguito, eppure partono (e proseguono tuttora) iniziative di dubbia opportunità ed efficienza per contrastarla. La notizia della non presentazione dell'emendamento viene a sua volta ribaltata, "omettendo" il fatto che l'emendamento non sia mai esistito e facendosi alcuni vanto di essere riusciti a respingere tale emendamento. Ma le carte dimostrano

martedì 17 luglio 2012

Presentati al Senato nuovi emendamenti al DL 79/2012 (parte 2)

AGGIORNAMENTO


Proprio mentre eravamo intenti a concludere il commento agli emendamenti presentati è arrivata la notizia, comunicata dalla rivista Armi e Tiro, dell'approvazione degli emendamenti che cancellano totalmente l'articolo del decreto relativo alle armi. Si tratta indubbiamente di un'ottima notizia ma sarà bene rimanere comunque vigili, dato che per alcuni la motivazione risiede nella richiesta di varare una legge apposita per la materia. Come se non ne fosse entrata una in vigore l'anno scorso. E soprattutto non bisogna dimenticare che il decreto è ancora in vigore col testo originario, e vi rimarrà fino alla conversione definitiva, e che il testo è ancora suscettibile di modifiche alla Camera.
Ad ogni modo pubblichiamo di seguito la seconda parte dell'articolo sui nuovi (o meglio vecchi) emendamenti, per poter comunque illustrare a quali pericoli siamo stati esposti in caso di approvazione di quelli sbagliati.





Possiamo ora iniziare l'analisi degli emendamenti al DL 79/2012 presentati in Senato entro il 12 luglio, ma esposti in assemblea ieri in Senato. Sono stati pubblicati il 13 luglio in un fascicolo sul sito del Senato. Senza indugi, essendo lavoro non breve, cominciamo.

Emendamenti 1.100 ed 1.101, rispettivamente dei senatori Saia e Divina:
hanno contenuto identico, sopprimere l'articolo 1. Indubbiamente i migliori emendamenti presentati. 

Emendamento 1.1/100, presentato dal sen. Malan:
emenda un emendamento, in particolare elimina l'ultimo periodo dall'emendamento 1.1 approvato dalla I commissione, ovvero cancella il "neo-catalogo" costituito dalle schede pubblicate dal BNP.

Emendamento 1.102, presentato dal sen. Saia:
emendamento con errori nel contenuto. Sostituisce la lettera a) al primo comma con un testo che vorrebbe a sua volta sopprimere il primo comma dell'art. 2 L. 110/75, a suo dire introdotto dalla lettera b) dello stesso art. 1. Il problema è che

Presentati al Senato nuovi emendamenti al DL 79/2012 (parte 1)

Al Senato continua la discussione sul DL 70/2012, passata dalla I commissione affari costituzionali all'assemblea. Ieri la prima vera discussione in aula con la presentazione di nuovi emendamenti, la discussione comunque è stata rimandata ad oggi.

Prima di analizzare gli emendamenti proposti, vale la pena commentare alcuni degli interventi in tema che si sono succeduti in aula.

Anzitutto il relatore sen. Vizzini (Gruppo UDC-SVP-AUT) ha illustrato nuovamente il contenuto del decreto, insistendo ancora con la scemenza terroristica del "vuoto normativo determinato dalla soppressione del Catalogo nazionale delle armi". Ottimo argomento per indurre i Senatori a votare la conversione del decreto usando la loro ignoranza in materia per fregarli sui contesti ed i contenuti.
Gli risponde il sen. Saia (
Gruppo Coesione Nazionale) dicendosi "contrario alle disposizioni sulla regolamentazione delle armi che reintroducono surrettiziamente una forma di catalogazione penalizzante per le attività sportive e venatorie recentemente abolita perché contrastante con la normativa europea" ed affermando che "il diritto a possedere armi per la sicurezza personale va regolamentato, ma non contrastato ideologicamente".

Il sen.
Divina (Lega) sottolinea: "il decreto-legge appare disomogeneo e non corrispondente al titolo. La disciplina delle armi da fuoco, ad esempio, è estranea al tema dei Vigili del fuoco e si fonda sul presupposto errato che l'uso legale di armi nell'attività venatoria o sportiva possa alimentare pericoli per la

giovedì 12 luglio 2012

Approvati emendamenti al DL 79/2012, nulla cambia

RETTIFICA:

O meglio puntualizzazione. Posto che quanto scritto sotto rimane confermato (e non modificato), si è resa evidente un'ambiguità emersa dal resoconto più avanti citato: l'emendamento "1.6 (testo 2), limitatamente alla lettera a)di cui si leggerà (per brevità d'ora in poi "1.6 etc.") non è stato propriamente approvato, bensì dichiarato assorbito dall'emendamento 1.1. L'assorbimento agisce nei confronti di un emendamento che opera una modifica puntuale, quando un emendamento di portata più ampia già includa la modifica del primo emendamento. Ovvero quando si renda inutile discutere se approvarlo o respingerlo in quanto si è già approvata la modifica tramite l'approvazione di un altro emendamento più generale.
Il problema è che l'emendamento 1.6 etc. non è propriamente "assorbibile" dall'emendamento 1.1, in quanto contengono due modifiche diverse: il primo sopprime un periodo annullandone gli effetti, il secondo riformula lo stesso periodo modificandone gli effetti.
Di conseguenza l'assorbimento dichiarato dalla commissione, ora come ora, non consente di capire se l'ultimo periodo della lett. a) del comma primo sia stato quindi soppresso o riformulato. Ovvero se la nuova "catalogazione" sia stata eliminata o semplicemente limitata tramite l'esclusione delle armi da caccia ad anima liscia e ad avancarica.
Quel che è certo è che l'emendamento 1.6 non risulta né respinto né precluso. Differentemente però dal resoconto, l'elenco degli emendamenti specifica il solo 1.1 come approvato, nulla specificando riguardo all'1.6 etc.
Al contrario dell'articolo, tale rettifica potrebbe essere oggetto di modifiche in futuro; segue l'articolo originario.


Le simil-militari rimangono sportive,
quindi detenibili fino a 6 pezzi.
Ieri pomeriggio la commissione affari costituzionali del Senato ha approvato gli emendamenti al decreto 79/2012. Dal resoconto risultano respinti gli emendamenti già visti 1.2, 1.3 ed 1.4, l'emendamento 1.5 risulta ritirato per l'assenza del proponente, mentre risulta approvato l'emendamento 1.1 e un non già noto emendamento "1.6 (testo 2), limitatamente alla lettera a)", che a dire il vero non compariva nella lista degli emendamenti proposti, allegata al resoconto della riunione del 10 luglio. Appare però, nella lista degli emendamenti allegata alla riunione di ieri. Respinta invece la lettera b) dello stesso emendamento "1.6 (testo 2)". Vediamo quindi di che si tratta:

Emendamento 1.6 (testo 2), presentato dai senatori Malan (PDL) e Saia (Lega)
a) sopprime l'ultimo periodo della lettera a) al primo comma, ovvero

mercoledì 11 luglio 2012

La Brambilla riparte all'attacco, ma il PDL la scarica

L'ex- ministro Michela Vittoria Brambilla
in compagnia di una "ragazza" dai capelli rossi
Da stamattina praticamente tutti i telegiornali nazionali ed i maggiori organi di stampa si sono occupati delle recenti dichiarazioni dell'on. Michela Vittoria Brambilla:

"Mentre si carica sugli italiani la soma dell'Imu, mentre si tagliano le pensioni, si mandano a spasso gli esodati, si alza l'Iva, si taglia la pubblica amministrazione, mentre enti locali e sanita' soffrono non si comprende per quale ragione dovremmo continuare a versare una somma spropositata di denaro pubblico a una risicatissima minoranza di cacciatori affinche' si diverta a fare scempio del nostro patrimonio faunistico."

E baggianate simili. In sostanza il messaggio che la Brambilla ha fatto passare è che in questo periodo di sacrifici lo Stato

DL 79/2012, disastro emendamenti

E' iniziata ieri la discussione al Senato sugli emendamenti al DL 79/2012, presentati entro il 4 luglio ma resi noti ufficialmente solo stamattina. La buona notizia è che la proposta delle senatrici Adamo ed Incostante è svanita nel nulla, come era immaginabile a causa della effettiva inapplicabilità del ddl Adamo. La cattiva notizia è che i sei emendamenti presentati sono uno peggio dell'altro, con un paio di eccezioni. E l'unico emendamento realmente utile ed intelligente non è però relativo al problema che si era creato, ma è comunque apprezzabile lo sforzo di chi l'ha presentato. Passiamo direttamente ad una sintetica analisi degli emendamenti.
Emendamento 1.1, presentato dai senatori Saia (CN) ed Orsi (PDL):
Riformula con poche differenze la lettera a) del primo comma, confermando il ruolo del BNP per l'accertamento della qualità di arma comune ed il ruolo consultivo non vincolante della CCCCA. Nella parte finale di fatto reistituisce il catalogo nazionale tale e quale, prevedendo la

mercoledì 4 luglio 2012

La "svolta" anti-armi di Google

Contemporaneamente alla discussione in corso sul trattato ONU per la regolamentazione del commercio di armamenti, le maggiori agenzie di stampa di tutto il mondo riportano già da ieri sera una notizia che ha dell'incredibile: il colosso quasi monopolista Google avrebbe deciso di bandire dalla sezione "shopping" tutto ciò che è inerente alle armi.

A dire delle testate giornalistiche le armi ed i prodotti affini non dovrebbero già essere visibili, ma basta fare un tentativo per accorgersi che ciò non è vero. Probabilmente però è solo questione di tempo. Sembrerebbe infatti che Google abbia inviato delle comunicazioni ai rivenditori affiliati al programma "shopping" intimando la

giovedì 28 giugno 2012

Decreto armi, la sen. Adamo ci mette il carico

Ieri, 27 giugno, il decreto legislativo 79/2012 è passato nuovamente per le mani della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Il resoconto sommario evidenzia un aggravamento del pericolo per chiunque abbia a che fare con le armi.

La geniale idea, infatti, l'ha avuta la senatrice Incostante (PD): emendare il decreto inserendovi all'interno le disposizioni della tristemente nota proposta di legge della senatrice Adamo (PD), proposta su cui sarà bene fare un approfondimento a breve, perché lo merita.

L'ill.ma sen. Marilena Adamo
La senatrice Adamo, ovviamente, non si è lasciata sfuggire l'occasione ed ha ribadito la necessità dell'accorpamento della sua proposta di legge al decreto in discussione, almeno per la creazione di una banca dati dei titolari di porto d'armi. Che però sarebbe forse l'unica cosa condivisibile della sua proposta, dato che è scandaloso che nel 2012 il ministero dell'interno non sia in grado di dire quante licenze e quante armi esistano sul territorio nazionale.

Torna sull'argomento "armi" il senatore Pardi (IdV), elogiando la bellissima iniziativa del governo dovuta al deprecabile "vuoto normativo" che si era creato. "Vuoto normativo", una bellissima espressione molto usata da chi non ha idea di cosa si parli.

Questa volta neanche la Lega, rappresentata del senatore Divina, si è opposta. Né alle disposizioni del decreto, né alla gravissima proposta delle senatrici Incostante e Adamo. In sintesi, quindi, il rischio che corriamo non è solo quello di dover continuare a considerare sportive armi che di sportivo hanno poco o nulla, coi problemi relativi alla detenzione che già abbiamo visto, ma di

mercoledì 27 giugno 2012

Primo via libera al decreto sulle armi sportive

La Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica, riunita il 25 giugno, ha approvato, sotto il solo profilo della costituzionalità, il d.l. 79/2012. Secondo il resoconto sommario pubblicato sul sito del Senato gli unici ad essersi opposti sarebbero stati i senatori Divina (Lega) e Pardi (IdV), anche se quest'ultimo parrebbe solo per perplessità relative all'art. 4, quindi non per via dell'art. 1, che è quello che interessa tiratori, cacciatori e collezionisti.

Si tratta quindi del primo passo verso la conversione in legge del decreto, che attualmente sembrerebbe andar (loro) bene così com'è stato impostato.

Il neo-Questore di Roma "gira la vite" sulle armi (legali!)

Non c'è niente da fare, siamo sempre alle solite. Stando a quanto riportato da il Messaggero, il nuovo Questore di Roma, Fulvio Della Rocca, avrebbe annunciato pochi giorni or sono l'ennesimo "giro di vite" sulla detenzione di armi. Quello che sinceramente lascia perplessi è che la detenzione a cui si riferisce è quella legale delle armi, ovvero quella esercitata da Cittadini super-controllati ed in possesso di tutte le necessarie licenze.

Ovviamente la scusa è sempre la stessa: l'ennesimo fattaccio di cronaca. Un vecchietto qualche giorno fa è uscito di testa per il caldo ed ha sparato al genero per motivi che non ci è dato sapere. Ovviamente una tragedia, ma può ogni singolo evento delittuoso, a fronte di milioni di situazioni assolutamente nella norma, rappresentare una giustificazione valida e credibile per ogni "giro di vite" che abitualmente si opera subito dopo? Ovviamente c'è chi è pronto a dire di sì, motivando con la solita frasetta "...anche una sola tragedia è già troppo...". Ci piacerebbe si applicasse lo stesso principio allora per ogni settore in cui accade, anche fortuitamente, una tragedia. Ci vorrebbe allora un bel "giro di vite" sulle patenti per ogni incidente stradale, un altro sulla vendita di articoli domestici per ogni accoltellato con coltelli da cucina, un altro sui tabacchi per ogni morto per fumo passivo, uno sulle attività sportive per ogni persona morta durante l'esercizio fisico. Ieri un bambino di 11 anni è morto durante una gita in montagna con l'oratorio, probabilmente sarebbe il caso di "girare la vite" anche sulle gite in montagna con l'oratorio. 
Anche se, forse, applicando alla lettera questo intelligentissimo principio rimarrebbe poco da fare nella vita, dato che qualsiasi attività comporta dei rischi che possono essere fatali. Persino nutrendosi ci si può strozzare o "intrattenendosi amorevolmente" ci si può rimediare un bell'infarto... E allora basta, non si mangia e non si... più!

Riportiamo e commentiamo quindi le parti salienti dell'illuminante intervista.

Giornalista: Un pensionato dalla vita irreprensibile, che spara al genero con una pistola regolarmente detenuta crea sicuramente allarme.
Quaestor: Certamente, inquieta e ci preoccupa. Nonostante sia un fatto delittuoso che rientra in un contesto di conflittualità familiare, risolto nel giro di pochi minuti grazie all’impegno e alla professionalità di agenti che svolgono il loro mestiere con passione, anche fuori dall’orario di lavoro, come è stato per esempio nel caso dell’accoltellamento in via dell’Archeologia.
Già che si parli di accoltellamento potrebbe farci suggerire, come detto sopra, di rivedere la normativa sugli strumenti da taglio, che probabilmente andrebbero matricolati, denunciati ed acquistati solo con licenza prefettizia. Per i servizi di posate occorrerebbe la licenza di collezione...

G: Una cosa è certa: a Roma girano troppe armi.
Q: Prima di tutto bisogna fare una distinzione tra armi clandestine, quelle in sostanza utilizzate dalla criminalità organizzata, e armi regolarmente detenute ai fini di autodifesa. Certamente, il pensionato che commette un reato con un’arma regolarmente detenuta è un campanello d’allarme che non può essere ignorato e che richiede precise misure d’intervento.

Risposta per lo meno contraddittoria: se il problema principale per la Pubblica Sicurezza sono le armi clandestine, dal Questore impropriamente intese come quelle sconosciute all'Autorità di P.S. ed usate per scopi criminali, perché mai accanirsi sui possessori legali di armi? E perché mai un solo pensionato che perde la testa dovrebbe richiedere misure d'intervento ai danni di tutti i corrispondenti milioni di cittadini sani?

G: Che cosa intende?
Q: Intendo un giro di vite sui porto d’armi, per cominciare. Uno screening su tutte le licenze rilasciate e un controllo serrato sulle nuove richieste. Ci sono situazioni ed esigenze che con il passare degli anni possono cambiare. Prendiamo il caso del pensionato di Ciampino: era autorizzato a detenere un’arma. Sussistevano ancora le esigenze affinché potesse detenerla? Ecco, questa è una delle prime cose che dobbiamo andare a verificare. Ho dato mandato ai responsabili degli Uffici di avviare un controllo sulle licenze già rilasciate, sulla sussistenza delle esigenze che ne hanno giustificato il rilascio. E soprattutto ho dato disposizioni di essere più scrupolosi e severi nella valutazione delle nuove domande. Io sono molto attento alle procedure amministrative e molto esigente nella loro applicazione. A tal riguardo ho già firmato diverse revoche di porto d’armi.

Ah, ecco. Intende misure improprie. Intende il famigerato "giro di vite" ai danni dei cittadini onesti ed il controllo sulle nuove richieste. Controllo che andrebbe già effettuato per legge, forse che il Questore ci sta dicendo che allora in precedenza i controlli non venivano effettuati o non erano accurati? Forse ci sta dicendo che l'Autorità di P.S. non ha fatto il suo lavoro finora e quindi il "giro di vite" consiste nell'iniziare a lavorare? Appare poi evidente che il Questore ignora che in Italia la detenzione di armi non è una concessione, non sono richiesti requisiti, non necessita di autorizzazione. E' un diritto garantito dalla Legge, subordinato al solo obbligo per il detentore di denunziare quanto detenuto. Al limite il Prefetto può vietare, in singoli casi specifici e motivati, la detenzione.

L'intervista continua poi parlando delle armi in mano a banditi e terroristi, le uniche in realtà a necessitare di serie azioni di controllo. Certo è però che se i poliziotti, invece che dare la caccia ai briganti, devono rimanere chiusi negli uffici a rivedere tutte le licenze o devono girare per le case delle persone oneste in cerca di immaginari arsenali, ben poco cambierà per la P.S.
Senza contare che spesso e volentieri è proprio dei tutori delle forze dell'ordine che bisogna diffidare: sarà un caso che tra i recenti eventi citati dal Questore non compaia l'omicidio-suicidio di due carabinieri? Certo che no, altrimenti occorrerebbe un bel "giro di vite" anche sulle armi in dotazione alle FFO... Certa gente coi paraocchi non vuole proprio ammettere che i "tutori" dell'ordine sono persone anch'essi e pertanto soggetti a tutti i difetti degli altri Cittadini, ammattimenti imprevedibili inclusi. Eppure le statistiche ormai dimostrano pacificamente che sono più frequenti gli abusi proprio tra i gli appartenenti alle FFO che non tra i Cittadini comuni in possesso di armi. E non ci vuol tanto a capirne i motivi, dato che sono sottoposti a molti meno controlli e non raramente a nessuno (ad esempio i magistrati).

Ma purtroppo da noi funziona così. Ad ogni evento delittuoso, ad ogni nuovo funzionario che deve dare bella mostra di sé, ad ogni nuovo spunto l'unica cosa da fare è mettere mano al cacciavite. In danno ai Cittadini onesti e per la gioia dei delinquenti.

giovedì 21 giugno 2012

Il sottosegretario Carlo De Stefano e le armi sportive


Già dal 19 giugno sul sito internet del ministero dell'interno erano apparse le dichiarazioni del sottosegretario Carlo De Stefano sulla risoluzione delle "problematiche" sorte con l'abolizione del catalogo. Si tratta di frasi tra il farneticante e l'esilarante, che sicuramente meritano un commento puntuale.

Da subito il titolo la dice lunga: "De Stefano: sulle armi colmato vuoto normativo".
Vuoto normativo? Di che vuoto stiamo parlando? La situazione è tornata ad essere tale e quale a come era prima del 1979, anno di entrata in funzione del catalogo, ed assolutamente in linea con tutti gli altri Paesi d'Europa e del mondo. In nessuno dei quali è mai stato istituito un abominio simile al catalogo.

"L’abolizione del Catalogo nazionale delle armi aveva creato alcune difficoltà e disorientato gli operatori del settore, facendo temere un’incontrollata diffusione di armi sul territorio."
Ad essere sinceri l'abolizione del catalogo non aveva creato assolutamente nessuna difficoltà, anzi, aveva eliminato un inutile ostacolo burocratico alle imprese del settore, le quali erano assolutamente entusiaste della "novità", altro che disorientate! I costi vivi di gestione del catalogo erano stimati in circa 20 milioni annui, senza contare i costi che causava alle imprese in termini di perdita di tempo e difficoltà varie. Senza contare le assurdità affermate dalla commissione ed i rifiuti di catalogazione in palese violazione della Legge. Senza contare le intromissioni del ministero nel mercato, in favore degli amici ed in danno di tutti gli altri, utenti finali inclusi.

"Con il decreto legge sulle armi, approvato il 15 giugno scorso dal Consiglio dei ministri, ha dichiarato il sottosegretario all’Interno Carlo De Stefano, è stata delineata una disciplina che colma quel vuoto normativo."
Con il decreto legge, redatto di nascosto e nel segreto più assoluto, non quello normativo è stato colmato, ma il vuoto posteriore di un gran numero di Cittadini italiani che con le loro tasse pagano lo stipendio ai cialtroni ministeriali ed ai governanti che gli danno retta.

"Il Banco nazionale di prova, un ente di diritto pubblico specializzato in materia, eserciterà ulteriori compiti di verifica."
Il sig. sottosegretario ha dimenticato una parola: privato. Il BNP è un ente privato di diritto pubblico e tale particolare potrebbe far nascere dei dubbi circa la legittimità della norma.

"Valuterà la qualità di arma comune da sparo, compresa quella destinata ad uso sportivo, e la dichiarazione resa dall’interessato."
Siamo grati al BNP per la sua nuova utilità (sarà forse dovuta al fatto che ultimamente ha fatturato meno degli anni scorsi?), ma la qualità di arma comune da sparo deriva della Legge e non ha bisogno di nessuna valutazione, né tanto meno del parere della commissione.

"In questo modo sarà potenziata l’azione di prevenzione e di contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo e, nello stesso tempo, saranno soddisfatte le aspettative di un importante settore produttivo."
Ma che... sciocchezze. Aumentare il carico burocratico sulle spalle di imprese e Cittadini supercontrollati contrasterebbe la criminalità? Vuole sembrare così "ingenuo" da credere che i mafiosi chiedano le licenze di importazione per le loro armi da guerra e che le facciano pure passare per il BNP? Ma per favore... Quanto alle aspettative di un settore produttivo importante, si può ben dire che siano state distrutte, altro che soddisfatte.

"Oltre alla certezza giuridica, ha dichiarato il sottosegretario, tale meccanismo di accertamento garantisce maggior sicurezza per la collettività."
Scemenza riepilogativa finale.

Si tratta insomma di un provvedimento che complicherà la vita a migliaia di persone, preparato alle loro spalle (dove poi d'altronde lo dovranno "recepire"), che causerà danni enormi alle imprese e che, per contro, non ha nessun rilievo sulla Sicurezza Pubblica. Ma che senza pudore vogliono a tutti i costi spacciare come utile e necessario. Ed hanno campo libero, considerato che il cittadino medio era rimasto in allarme per la cancellazione del "censimento delle armi" propagandata dai nostri illustri giornali degni del terzo mondo.
E purtroppo non siamo né banchieri né sindacalisti, quindi come viene lo dobbiamo prendere! Sperando in questi 60 giorni di riuscire a muovere qualcosa.

L'invito non può essere che a ricoprirli di... osservazioni. Garbate osservazioni.

In vigore il decreto sulle armi sportive

Aggiornamento pessimo: sulla Gazzetta Ufficiale n. 146 del 20 giugno è stato già pubblicato l'infausto decreto legge di cui si aveva appena avuto notizia. Quello che si capisce fin troppo bene è che il decreto è stato approvato e firmato in gran segreto onde evitare le sacrosante osservazioni delle associazioni di categoria, o almeno di quelle poche che ancora difendono gli interessi di cittadini e imprese minori e non solo quella degli oligopolisti.
Il decreto è entrato in vigore oggi 21 giugno, sicché le armi "simil-militari" già sono divenute a tutti gli affetti sportive e per molti, incluso chi scrive, urge aggiornare le denunce ed eventualmente sanare le situazioni in difetto (nella specie armi sportive in sovrannumero).
Come già detto, per l'aggiornamento delle denunce non sono previste disposizioni transitorie, per cui è assolutamente improcrastinabile. Sebbene sarà un problema la qualificazione delle armi in base al solo aspetto estetico, che la rende assolutamente soggettiva ed opinabile.

Quello che rimane da sperare è che il decreto venga modificato in fase di conversione, almeno per la parte che riguarda la classificazione sportiva delle armi "somiglianti" ad armi automatiche (più o meno tutte) e delle demilitarizzate. Ci attendono 60 giorni di fuoco.

mercoledì 20 giugno 2012

Armi sportive, nuovo terribile decreto in arrivo

La notizia l'ha diffusa il mensile di settore "Armi e Tiro" dal suo sito internet, pubblicando un testo che dovrebbe corrispondere a quello approvato dal CDM il 15 giugno (può essere letto qui). L'allarme è ovviamente alto perché sembrerebbe proprio che il governo, una volta abolito il "catalogo nazionale delle armi comuni da sparo" dal Parlamento, abbia fatto proprie le posizioni del ministero dell'interno.

"Black rifles" ed "ex-ordinanza": tutti sportivi?
La motivazione ufficiale sarebbe la "straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni in materia di sicurezza dei cittadini [...] al fine di introdurre misure indispensabili [...] a garantire livelli incrementali di sicurezza". Necessità tutt'altro che straordinaria ed anzi, secondo noi, assolutamente inesistente. Tra le righe del testo che vedremo nel dettaglio si capirebbe anche che tali cambiamenti siano necessari al fine dell'armonizzazione della nostra legislazione con quella europea, ma si tratterebbe di cosa assolutamente falsa. anzi non è casuale che tale motivazione non sia stata riportata in premessa, dato che correlare esplicitamente il decreto al recepimento di norme europee lo avrebbe automaticamente reso inefficace, ai sensi della recente L. 183/2011, la quale impone di adottare sempre i livelli minimi previsti dalla normativa europea.

Si tratta in sostanza della modifica a due articoli delle leggi in materia, più precisamente all'art. 11 della L. 110/75 ed all'art. 2 della L. 85/1986, ovvero