mercoledì 27 giugno 2012

Il neo-Questore di Roma "gira la vite" sulle armi (legali!)

Non c'è niente da fare, siamo sempre alle solite. Stando a quanto riportato da il Messaggero, il nuovo Questore di Roma, Fulvio Della Rocca, avrebbe annunciato pochi giorni or sono l'ennesimo "giro di vite" sulla detenzione di armi. Quello che sinceramente lascia perplessi è che la detenzione a cui si riferisce è quella legale delle armi, ovvero quella esercitata da Cittadini super-controllati ed in possesso di tutte le necessarie licenze.

Ovviamente la scusa è sempre la stessa: l'ennesimo fattaccio di cronaca. Un vecchietto qualche giorno fa è uscito di testa per il caldo ed ha sparato al genero per motivi che non ci è dato sapere. Ovviamente una tragedia, ma può ogni singolo evento delittuoso, a fronte di milioni di situazioni assolutamente nella norma, rappresentare una giustificazione valida e credibile per ogni "giro di vite" che abitualmente si opera subito dopo? Ovviamente c'è chi è pronto a dire di sì, motivando con la solita frasetta "...anche una sola tragedia è già troppo...". Ci piacerebbe si applicasse lo stesso principio allora per ogni settore in cui accade, anche fortuitamente, una tragedia. Ci vorrebbe allora un bel "giro di vite" sulle patenti per ogni incidente stradale, un altro sulla vendita di articoli domestici per ogni accoltellato con coltelli da cucina, un altro sui tabacchi per ogni morto per fumo passivo, uno sulle attività sportive per ogni persona morta durante l'esercizio fisico. Ieri un bambino di 11 anni è morto durante una gita in montagna con l'oratorio, probabilmente sarebbe il caso di "girare la vite" anche sulle gite in montagna con l'oratorio. 
Anche se, forse, applicando alla lettera questo intelligentissimo principio rimarrebbe poco da fare nella vita, dato che qualsiasi attività comporta dei rischi che possono essere fatali. Persino nutrendosi ci si può strozzare o "intrattenendosi amorevolmente" ci si può rimediare un bell'infarto... E allora basta, non si mangia e non si... più!

Riportiamo e commentiamo quindi le parti salienti dell'illuminante intervista.

Giornalista: Un pensionato dalla vita irreprensibile, che spara al genero con una pistola regolarmente detenuta crea sicuramente allarme.
Quaestor: Certamente, inquieta e ci preoccupa. Nonostante sia un fatto delittuoso che rientra in un contesto di conflittualità familiare, risolto nel giro di pochi minuti grazie all’impegno e alla professionalità di agenti che svolgono il loro mestiere con passione, anche fuori dall’orario di lavoro, come è stato per esempio nel caso dell’accoltellamento in via dell’Archeologia.
Già che si parli di accoltellamento potrebbe farci suggerire, come detto sopra, di rivedere la normativa sugli strumenti da taglio, che probabilmente andrebbero matricolati, denunciati ed acquistati solo con licenza prefettizia. Per i servizi di posate occorrerebbe la licenza di collezione...

G: Una cosa è certa: a Roma girano troppe armi.
Q: Prima di tutto bisogna fare una distinzione tra armi clandestine, quelle in sostanza utilizzate dalla criminalità organizzata, e armi regolarmente detenute ai fini di autodifesa. Certamente, il pensionato che commette un reato con un’arma regolarmente detenuta è un campanello d’allarme che non può essere ignorato e che richiede precise misure d’intervento.

Risposta per lo meno contraddittoria: se il problema principale per la Pubblica Sicurezza sono le armi clandestine, dal Questore impropriamente intese come quelle sconosciute all'Autorità di P.S. ed usate per scopi criminali, perché mai accanirsi sui possessori legali di armi? E perché mai un solo pensionato che perde la testa dovrebbe richiedere misure d'intervento ai danni di tutti i corrispondenti milioni di cittadini sani?

G: Che cosa intende?
Q: Intendo un giro di vite sui porto d’armi, per cominciare. Uno screening su tutte le licenze rilasciate e un controllo serrato sulle nuove richieste. Ci sono situazioni ed esigenze che con il passare degli anni possono cambiare. Prendiamo il caso del pensionato di Ciampino: era autorizzato a detenere un’arma. Sussistevano ancora le esigenze affinché potesse detenerla? Ecco, questa è una delle prime cose che dobbiamo andare a verificare. Ho dato mandato ai responsabili degli Uffici di avviare un controllo sulle licenze già rilasciate, sulla sussistenza delle esigenze che ne hanno giustificato il rilascio. E soprattutto ho dato disposizioni di essere più scrupolosi e severi nella valutazione delle nuove domande. Io sono molto attento alle procedure amministrative e molto esigente nella loro applicazione. A tal riguardo ho già firmato diverse revoche di porto d’armi.

Ah, ecco. Intende misure improprie. Intende il famigerato "giro di vite" ai danni dei cittadini onesti ed il controllo sulle nuove richieste. Controllo che andrebbe già effettuato per legge, forse che il Questore ci sta dicendo che allora in precedenza i controlli non venivano effettuati o non erano accurati? Forse ci sta dicendo che l'Autorità di P.S. non ha fatto il suo lavoro finora e quindi il "giro di vite" consiste nell'iniziare a lavorare? Appare poi evidente che il Questore ignora che in Italia la detenzione di armi non è una concessione, non sono richiesti requisiti, non necessita di autorizzazione. E' un diritto garantito dalla Legge, subordinato al solo obbligo per il detentore di denunziare quanto detenuto. Al limite il Prefetto può vietare, in singoli casi specifici e motivati, la detenzione.

L'intervista continua poi parlando delle armi in mano a banditi e terroristi, le uniche in realtà a necessitare di serie azioni di controllo. Certo è però che se i poliziotti, invece che dare la caccia ai briganti, devono rimanere chiusi negli uffici a rivedere tutte le licenze o devono girare per le case delle persone oneste in cerca di immaginari arsenali, ben poco cambierà per la P.S.
Senza contare che spesso e volentieri è proprio dei tutori delle forze dell'ordine che bisogna diffidare: sarà un caso che tra i recenti eventi citati dal Questore non compaia l'omicidio-suicidio di due carabinieri? Certo che no, altrimenti occorrerebbe un bel "giro di vite" anche sulle armi in dotazione alle FFO... Certa gente coi paraocchi non vuole proprio ammettere che i "tutori" dell'ordine sono persone anch'essi e pertanto soggetti a tutti i difetti degli altri Cittadini, ammattimenti imprevedibili inclusi. Eppure le statistiche ormai dimostrano pacificamente che sono più frequenti gli abusi proprio tra i gli appartenenti alle FFO che non tra i Cittadini comuni in possesso di armi. E non ci vuol tanto a capirne i motivi, dato che sono sottoposti a molti meno controlli e non raramente a nessuno (ad esempio i magistrati).

Ma purtroppo da noi funziona così. Ad ogni evento delittuoso, ad ogni nuovo funzionario che deve dare bella mostra di sé, ad ogni nuovo spunto l'unica cosa da fare è mettere mano al cacciavite. In danno ai Cittadini onesti e per la gioia dei delinquenti.

Nessun commento: