venerdì 10 aprile 2015

DL terrorismo, non una svista ma una precisa volontà

Comprendiamo tutte le ragioni d'urgenza che impedivano l'approvazione del decreto senza modifiche per non lasciare scoperte le missioni di pace, pur essendo un discorso odioso che rispecchia subdole meccaniche di legiferazione. 
Comprendiamo la possibilità che qualche maledetto funzionario abbia infilato tra gli emendamenti del governo i due che ci danneggiano senza che ministro e viceministro ne fossero pienamente coscienti, pur ciò non salvandoli dalla responsabilità della cosa.
Ma c'è una cosa che non comprendiamo.

Dai resoconti delle commissioni dell'8 aprile risulta evidente che la problematica è stata sollevata durante la discussione. Oltre alle proposte di soppressione presentate da alcuni senatori (tutte respinte), sono stati presentati anche due ordini del giorno per vincolare il governo ad applicare le nuove terribili norme limitando i danni. I due ordini del giorno in sostanza prevedevano:
  • la non-retroattività della norma;
  • la sostituzione della denuncia dei caricatori con una generica comunicazione;
  • la somiglianza meccanica oltre che estetica per le armi escluse da quelle da caccia;
  • la garanzia della detenibilità delle B7 in numero sufficiente alla pratica sportiva;
  • la messa in sicurezza del comparto economico.
Si tratta di considerazioni di buonsenso, che non avrebbero eliminato il problema ma ne avrebbero ridotto leggermente l'impatto. Ma, soprattutto, che non avrebbero intralciato la tempestività nell'approvazione del decreto, gran scusa della maggioranza per giustificarne l'approvazione senza modifiche. Com'è andata a finire? Semplicemente: respinto.

Non solo, ma nella discussione il viceministro Bubbico ha ben fatto capire la posizione del ministero dichiarando "di accettare esclusivamente il secondo capoverso dell'ordine del giorno" (che da solo sostanzialmente nulla avrebbe cambiato). E' quindi chiarissimo come l'introduzione delle nuove norme non sia stata un incidente di percorso, una forzatura ad opera di ignoti funzionari, ma sia piuttosto la precisa volontà del ministero, del governo e della maggioranza.

A onor del vero bisogna chiarire che uno dei due ordini del giorno respinti è stato proposto da senatori della maggioranza, purtroppo loro stessi in minoranza rispetto alla composizione delle commissioni.
Ad ogni modo, visto quanto già detto, il governo adesso non può più nascondersi dietro la scusa dell'urgenza, delle missioni, della sicurezza: il suo scopo è dichiaratamente la limitazione dei diritti dei cittadini armati.

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