mercoledì 4 luglio 2012

La "svolta" anti-armi di Google

Contemporaneamente alla discussione in corso sul trattato ONU per la regolamentazione del commercio di armamenti, le maggiori agenzie di stampa di tutto il mondo riportano già da ieri sera una notizia che ha dell'incredibile: il colosso quasi monopolista Google avrebbe deciso di bandire dalla sezione "shopping" tutto ciò che è inerente alle armi.

A dire delle testate giornalistiche le armi ed i prodotti affini non dovrebbero già essere visibili, ma basta fare un tentativo per accorgersi che ciò non è vero. Probabilmente però è solo questione di tempo. Sembrerebbe infatti che Google abbia inviato delle comunicazioni ai rivenditori affiliati al programma "shopping" intimando la
rimozione delle armi in vendita e vietando la messa in vendita di armi ed accessori.

Non si può che notare il buonismo intrinseco a questa, molto probabilmente, azione pubblicitaria. Google avrebbe quindi deciso di adeguarsi alla visione ignorante di massa che vede nelle armi esclusivamente criminalità e terrorismo.

Ovviamente questa trovata geniale avrà ripercussioni molto gravi sul mercato e non a caso la N.R.A. avrebbe già cominciato a combatterla, sottolineando la contraddizione coi principi del libero mercato, coi diritti dei cittadini onesti e con la stessa costituzione americana.

Quello che non si è capito è se la censura settoriale sarà relativa solo a "Google shopping" americano o anche ai corrispondenti di ogni paese.
E quello che si teme è che il bando in futuro possa divenire totale, eliminando completamente dal motore di ricerca più usato al mondo la possibilità di rintracciare produttori, distributori e rivenditori di armi ed accessori. E magari anche siti dedicati e forum. Pensandoci il passo è breve e neanche troppo fantascientifico.

In somma: dietro alla solita azione "umanitaria" si cela la solita censura ideologica.

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