lunedì 23 luglio 2012

Vittoria animalista, chiuso il "canile-lager"... della Brambilla!

AVVISO PER GLI EVENTUALI LETTORI

Visto che, dopo poche ore dalla diffusione di questa notizia, già tira aria di querele, precisiamo che quanto scritto sotto si tratta di racconti di pura fantasia, senza alcun riscontro con la realtà, e che ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è da considerarsi puramente casuale. Quindi se volete leggete, ma assolutamente non credeteci, poiché è tutto falso!



L'ex- ministro Michela Vittoria Brambilla
Proprio pochi giorni indietro commentavamo le dichiarazioni scandalistiche dell'on. Michela Vittoria Brambilla, la quale accusava i cacciatori di rubare soldi allo Stato per i loro barbari passatempi. Non ci siamo fatti mancare di dimostrare la falsità di tali accuse e per fortuna numerosi parlamentari del PDL si sono dissociati dalle sue dichiarazioni basate su presupposti non reali.

Ebbene stamattina la Brambilla è tornata agli onori della cronaca, ma stavolta in una situazione più imbarazzante. Diverse testate hanno oggi pubblicato la notizia secondo cui il canile gestito proprio dall'animalista (ahinoi!) più famosa d'Italia sarebbe stato chiuso in quanto fatiscente ed inadeguato. Si tratta del canile di Lecco, canile che la Brambilla, tramite società da lei controllate, ha avuto in affidamento dal Comune di Lecco fin dal 2002.

Anche sulle modalità dell'affidamento ci sarebbe molto da approfondire: la gestione della struttura fu affidata dal Comune senza nessuna gara alla LIDA, società animalista (o meglio animalara) gestita dalla Brambilla e dal suo compagno/marito/quel che è. E la cosa non era fattibile in questa maniera, dato che l'importo dell'affidamento risulta essere 
di 540mila euro, ovvero ben superiore alla soglia di 200mila euro che il Codice dei Contratti Pubblici stabilisce per gli affidamenti diretti.

La gestione del canile risulta essere stata disastrosa fin da subito e le prime denunce sono arrivate proprio dai volontari che vi prestavano servizio. Eppure tale questione non è mai stata trattata seriamente dagli organo di informazioni, che si sono sempre concentrati sulla "nobiltà d'animo" dell'ex-ministro degli animali (sebbene il ministero si chiamasse ufficialmente "del Turismo").

Sono proprio di pochi giorni fa le ultime notizie su di lei, che proclamava con gioia il successo delle sue campagne verificatosi con la chiusura dell'allevamento canino "Green Hill", destinati ai laboratori per la ricerca. O, paradossalmente, della sua richiesta al Parlamento dell'approvazione di una legge contro i c.d. "canili-lager".

Per l'ennesima volta le ambiguità, la malafede e l'ipocrisia di questo soggetto sono state messe a nudo. Ed è effettivamente improponibile dare ascolto ad un "politico" che usa l'argomento degli animali per attirare consensi, che attacca costantemente l'ambiente venatorio, che richiede leggi più severe contro i maltrattamenti degli animali ma la cui famiglia vive del settore della pesca e la cui concreta opportunità di dimostrare i buoni sentimenti verso gli animali si manifestano in un canile appaltato contro-Legge e gestito da cani (è il caso di dirlo) per dieci anni fino alla sua chiusura da parte dell'Autorità. Ma riusciranno mai gli animalisti che la supportano (probabilmente in buona fede) a levarsi le fette di prosciutto dagli occhi?

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